ODE BELPASSOTA


Il Belpassoto è onesto
sa fari quello e questo
è puri molto lesto
conchiuri presto presto.

Il Belpassoto è bello
sorridi a questo e quello
s’incazza e fa boddello
se il tempo non è bello.

Il Belpassoto è fino
ed è troppo carino
cci piaci molto il vino
però non è critino.

Cci piaci di manciari
far sesso e comannari,
tivvù di taliari,
far festi e assai giocari.

Ma il belpassoto è colto,
non sbaglia assai di molto,
s’annaca sciolto sciolto,
cammina sdisinvolto.

E’ fiero della storia
di lei spisso si gloria
ma poi con tanta boria
scancella la mimoria.

Cci piaci la campagna,
la chiana e la muntagna,
distruggi e poi si lagna,
piangi como una signa.

In sopra c’è Borrello
un po' prisintosello,
vuol star solo solello
e tieni il Condorello.

La genti di Sant’Anna
fa festa senza banna,
ci sono a San Giuseppi
scinziati ‘nte gileppi.

Inveci a Santo Rocco
nissuno è fisso o scioco,
nel piano del Commento
comuni, villa e vento

All’alme del Priatorio
c’è festa e non martorio
il Carmino mischino
è nico ma carino.

Chi ha fatto la Matrici
retti e traversi fici
e la genti filici
si senti e non si dici.

La bumma a Sant’Antonio
scaggiona un pandimonio,
chi campa a Piano Tavola
vivi dentro una favola.

Cci sono appoi i villaggi
con casi assai salvaggi,
tu proprio t’ammaraggi
si vai ‘nta ‘ddi paraggi.

‘nta ‘sto paisi i nenti
cci stanno tanti genti:
tirricoli e pizzenti,
bancheri e pussidenti,

palluni e tiatranti,
artisti e stravacanti,
fideli praticanti,
ricchi e manu vacanti,

ignoti assai ‘mpurtanti,
falsi e puliticanti,
“stazzittu” e mosicanti,
testi sulu pinzanti.

Noi qui non nn’intaressa
si ormai la guerra è pessa,
la vita vola e passa
nel piatto colla sassa.

Pallare di Beppasso
all’infinito posso,
ma adesso qui vi lasso
in questo paradosso:

con questo dubbio grosso
che rodi fino all’osso:
il belpassoto è tutto,
o nienti soprattutto?

L'intellettoali allittirato (N.S.)

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